Una dieta che dia risultati sensibili e duraturi nella perdita di peso, deve necessariamente essere gradita dal paziente, gratificante e sostenibile per lungo tempo.
Tale dieta dovrebbe in sostanza essere parte integrante di uno stile di vita nuovo, più sano, che non crei frustrazioni e che permetta anche di poter praticare una indispensabile, moderata attività fisica, ad incremento graduale, anch’essa gratificante e quindi non faticosa. La dieta alimentare in senso stretto poi, deve rispettare il più possibile i gusti del paziente e quindi deve necessariamente essere personalizzata.
Direi che la dieta alimentare deve essere costruita dal terapeuta e dal paziente in uno sforzo congiunto e complementare. Il terapeuta deve essere la bussola che aiuta il navigante (rappresentato nella metafora dal paziente) a trovare la giusta rotta per raggiungere il risultato finale, che è rappresentato da una duratura riduzione ponderale.
Alla luce di quanto sopra espresso, appare evidente che il risultato sarà tanto più raggiungibile e mantenibile nel tempo, quanto più esso sarà realistico. L’obbiettivo saggio e di buon senso non sarà mai sostenuto da un’ansiosa o nevrotica aspettativa di perfezione, ma, al contrario sarà sostenuto dall’apprezzamento di risultati che temporaneamente possono anche apparire modesti, ma raggiunti in modo progressivo e in buon equilibrio con l’impegno profuso per raggiungerli. Bisogna avere fiducia nel raggiungimento lento ma inesorabile del risultato prefissatosi, senza ansia, che spesso porta alla delusione, alla perdita di autostima e conseguentemente all’abbandono del proposito.
Solo in questo modo si potrà perdere peso quasi senza sentirsi a dieta, mangiando tutto senza demonizzare alcun cibo, ma imparando ad assaporarlo nella giusta quantità, nella consapevolezza dell’ impatto che quel dato cibo ha sul proprio metabolismo individuale.